06 Nov
06Nov

Serve mettere in pratica strumenti che già esistono o meglio aggiungerne altri per arginare fenomeni di violenza e cyber bullismo? Vediamo cosa succede dopo la proposta di esibire un documento per accedere ai Social Networks.

Navigare in brutte acque, finire nella rete, nel Mare Magnum del web, tra haters seriali e troll, che “trallallero trallallà”, a colpi di click e tastiera fanno “rivoluzioni”, involuzioni del genere “dis- umano”, tra gratuite invettive e inutili provocazioni, fossero solo tali! Bene, o meglio, male! Qualcuno dirà: come difendersi dagli “stalker” da tastiera, dai maleducati e “urlatori”, i leoni nascosti dietro il monito, una volta fuori però son dei co…nigli, evitiamo di anagrammare in maniera scurrile per piacere. Se tutto fosse affidato al buon senso, all’etica e alle buone maniere, se l’umano senso civile regnasse sovrano allora tanta spazzatura non verrebbe veicolata, profluvi di post e commenti, fossero solo provocatori, spesso si cela il peggio del peggio, e come recita il proverbio: “Al peggio non v’è mai fine”, ma per farla finita con i peggiori esempi tutti minacce e paroloni ci pensa il deputato di Italia Viva, la neo formazione di Matteo Renzi, Luigi Marattin, che propone di introdurre l’obbligo dell’esibizione ed invio di un ID, prima dell’apertura di un profilo social, sia Facebook, Twitter o Instagram. L’idea in prima battuta non sarebbe male, visti gli “odiatori” da social che diffondono bullismo e maleducazione a profusione; un po’ di ristrettezza ci vorrebbe dati gli esiti di troppa libertà di “stampa”. Sarebbe bene, specie per i minorenni poter filtrare e veicolare le informazioni e la loro diffusione di tanta idiozia, dato che le teste calde sono troppe e ingovernabili, meglio correre in qualche modo ai ripari, così i “simpaticoni” del web e gli haters dei social, ci penserebbero su due volte prima di sbraitare a vanvera, ma tra il dire e il fare ci sono di mezzo oceani e mari e montagne. E già, non solo metaforicamente, anche realmente! Anzi tutto la invocata Privacy, che fine farebbe? Marattin dichiara testualmente che una volta esibito il proprio Documento di riconoscimento alla Società, Gruppo, che sia questo o quel Social, si può tranquillamente ricorrere ad un nickname, così da tutelarsi e da poter dar sfogo a tutta la nostra fantasia, ma a noi pare una soluzione un po’ “empirica”, “old style”, anacronistica, perché? In primis, noi dal momento che apriamo il nostro computer abbiamo già fornito alcuni dati, abbiamo già lasciata traccia del nostro passaggio e siamo reperibili: esistono i dati rilasciati al provider di servizi, il numero IP, che è come la targa di un veicolo, la sottoscrizione di un abbonamento a cui abbiamo dovuto, volenti o nolenti, fornire i nostri dati sensibili mediante documento di riconoscimento e codice fiscale, ergo: siamo rintracciabili! In secondo luogo fornire ulteriormente un documento non ci tutela ulteriormente da haters perché esistono dei limiti tangibili circa la veicolazione dei dati sensibili che variano da Nazione a Nazione, quindi occorrerebbero rogatorie e significherebbe un’enormità di tempo tra la richiesta al provider di servizi di una data Nazione fino al suo rilascio al richiedente di un’ipotetica denuncia. Un esempio: risiedo in Italia, accendo un account con un provider negli USA, fornisco i miei dati già in fase di sottoscrizione, li possiedono ma non li possono usare, in teoria, non li possono “agire” poiché la giurisdizione tra i due paesi in materia di dati sensibili e azioni penali e civili probabilmente saranno diverse tra il Bel Paese e gli Yankee. Cosa succede? Intanto gli odiatori a suon di “vaffa…”, “se ti becco ti ammazzo” e robe simili, continuano a fare il comodo loro, mentre tra le due giurisdizioni passano interminabili tempi e procedure di “estrapolazione” dei dati che poi già possiedono. Allora meglio sarebbe adeguare una cyber legge globale in merito che in un utopico mondo virtuale agisca ovunque e comunque, che pure ci sarebbero, il fatto è sempre quello: ogni paese e nazione ha regole e leggi proprie che l’esibizione ulteriore di un documento non andrebbe altro che a sommarsi a quanto precedentemente fornito. Non sarebbe più comodo, agevole e utile far rispettare le leggi che già sono in vigore e attuarle presa conoscenza delle stesse? Si tratterebbe di prendere quei dati risalendo a chi si nasconde dietro il monitor e renderlo responsabile delle proprie azioni, ma c’è un altro ma: Carlo guida la macchina intestata a Maria, Carlo commette un’azione scriteriata con il veicolo di Maria, chi dei due è responsabile civilmente e penalmente? Facciamoci domande e diamoci risposte!

CRISTIANO ARNI

Commenti
* L'indirizzo e-mail non verrà pubblicato sul sito Web.
QUESTO SITO È STATO CREATO TRAMITE